Il BIGATTINO (CAGNOTTO) 2.0
Capita a volte di trovare nelle interiora dei pesci qualche bigattino vivo, ma sono quelle larve ingoiate dal pesce poco prima di essere allamato, per le quali i succhi gastrici non hanno avuto il tempo di compiere il loro lavoro. Basta guardare con più attenzione per trovare invece dei bigattini morti, probabilmente ingeriti abbastanza prima della cattura per i quali i succhi hanno fatto già il loro lavoro. Poiché questa diceria ha spopolato tra i pescatori, qualche buon ricercatore si è preso la briga di fare degli studi scientifici sull’argomento. L’organo che ha commissionato la ricerca è stato l’Anpre, (Associazione nazionale produttori rivenditori esche) con la supervisione scientifica dell’ Istituto di Zooculture dell’Università di Bologna. Il test è stato fatto sottoponendo alcuni pesci di allevamento, alimentandoli parte con pellets di farina di pesce e altri con il semplice bigattino, il tutto per 6 mesi. L’analisi delle acque effettuata ogni 15 giorni, ha sempre evidenziato la mancanza di azoto e di fosfati, una discreta quantità di ossigeno disciolto ed un ph neutro, mentre l’analisi del sangue effettuata su dieci pesci delle due differenti vasche, ha dimostrato che i parametri ematici, epatici ed enzimatici erano nella norma per i pesci allevati nella vasca del bigattino, e leggermente alterati negli altri. Il controllo bisettimanale dello stato di salute generale dei pesci (colore, sopravvivenza, dimensione e peso), ha dimostrato che gli esemplari allevati a pellet hanno avuto un incremento di peso leggermente superiore agli altri e la mortalità, in seguito ad una infezione da saprolegna, (una malattia cutanea che in genere contraggono gli avannotti negli allevamenti, che si manifesta solo in seguito a carico della pelle, sulla quale si manifestano delle escoriazioni a volte mortali) è stata leggermente inferiore negli esemplari allevati con bigattini, anche se non era possibile somministrare loro un cibo medicato come si è solito fare con i pellets. Non è mai stata riscontrata la presenza di bigattini ne di ferite nello stomaco dei pesci morti successivamente sottoposti ad autopsia. ( Tratto da Pescare Mare N°3, Marzo 2010).
Personalmente guardo alla larva di mosca carnaria come una efficacissima esca viva, che differisce dal gamberetto vivo solo per il fatto che la sua reperibilità risulta molto più immediata, dato che ogni negozio di pesca che si definisca tale ne ha quasi sempre una bella scorta nei suoi frigoriferi. Senza ombra di ogni dubbio il bigattino rende bene con tantissime specie ittiche che popolano le nostre coste, come ad esempio cefali, rigatini, ombrine, saraghi, anguille, orate, corvine e spigole.