Il bibi è un verme, anche piuttosto grosso, della famiglia dei Sipunculidi. Si presenta come un piccolo grissino con la pelle rivestita di una cuticola quadrettata.
E’ di colore biancastro, trasparente da giovane, bruno scuro da adulto. L’interno è pieno di un liquido trasparente che tende a fuoriuscire nell’innesco. La sua lunghezza massima è anche oltre il mezzo metro e rappresenta un’esca micidiale dalla spiaggia, soprattutto per Saraghi, Orate e Ombrine. Gli ami adatti sono a curvatura larga, tipo gli Aberdeen, e con un piccolo anello per favorire l’innesco. Si trovano in commercio sia sfusi che in confezioni. Il suo nome scientifico è “sipunculus nudus” e fa parte della famiglia dei sipunculidi.
Il nome comunemente usato bibi deriva dal francese Bibi che sembra significhi “cappellino da signora”, anche se per la sua forma ricorda più qualcosa di fallico, seppur piccolo.
Negli States, invece, i vermi vengono denominati “peanuts worms” grazie alla consistenza quadrettata della pelle esterna. Le misure effettive variano da 2 mm a 35 centimetri, e le specie presenti in natura sono oltre 320, e tutte marine, di cui circa una diecina presenti nel Mediterraneo.
Questi piccoli vermi vivono interrati nel fango o nella sabbia dove formano piccole gallerie. Fanno parte degli anellini e si distinguono da quest’ultimi per la totale assenza di setole e segmentazione. Alcuni tipi, invece, si fermano tra rocce e gusci di Gasteropodi. A volte a seguito di forti mareggiate vengono piaggiati, mentre altri bibi sono stati trovati anche a superfici di qualche migliaio di metri.
Il bibi ha anche il sesso, e la fecondazione è esterna. Il corpo è munito di una piccola “proboscide” più sottile rispetto al tronco. Alla fine di essa si trova la bocca che è circoscritta da una serie di piccoli tentacoli. Grazie alla vita statica riescono a vivere molti anni ed il sistema nervoso è ridottissimo. Non hanno sistema circolatorio e apparato respiratorio. Non hanno quindi sangue. Attraverso la superficie della pelle scambiano i gas con l’esterno. In fase di fecondazione il maschio libero lo sperma che stimola a sua volta le femmine a liberare le uova. Durante il primo mese si ha la fase larvale planctonica, seguita da uno stadio larvale bentonico. Scava buchi profondi anche 50 cm nel fango e nella sabbia. Per catturare le particelle organiche utilizzano il muco che riveste i tentacoli, oppure ingeriscono i sedimenti trattenendo solo piccolissimi microrganismi e particelle organiche. Viene pescato con le turbo soffianti utilizzate per la pesca dei bivalvi.
Il bibi risulta essere un’esca molto interessante, che può risultare vincente soprattutto con tre speci ittiche molto pregiate quali: orata, spigola e ombrina ma non viene disdegnata anche da mormore e saraghi di grossa taglia.
Il bibi si può conservare sia da vivo che da morto. Da vivo, ha una longevità pari alle cure che avremo nel mantenerlo. Ideale è una temperatura di circa 16° C, cercando di ottimizzare l’umidità del luogo in cui vive, attraverso poca acqua di mare da applicare alla spugna, alla sabbia o qualsiasi altro materiale che decideremo di utilizzare come base per il suo pernottamento.
Tecnica di pesca: in mare, pesca a fondo dalla costa (Surf Casting); Bolentino in fondali molto alti
Ami: a curvatura larga
Inneschi: intero o a pezzi, a calza o a fisarmonica
Periodo di impiego: tutto l’anno ed in particolare di notte e nei mesi da Settembre a Febbraio.